«Sono morti per tutti noi… Abbiamo un grande debito verso di loro e dobbiamo pagarlo gioiosamente, continuando la loro opera, facendo il nostro dovere, collaborando con la giustizia, testimoniando i valori in cui crediamo, in cui dobbiamo credere. Accettando in pieno questa gravosa e bellissima eredità di spirito». Paolo Borsellino in ricordo di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, gli uomini della scorta Antonio Montinari, Vito Schifani, Rocco Di Cillo.
Due mesi dopo, il 19 luglio del 1992, Paolo Borsellino insieme agli uomini della scorta venne ucciso nella stage di Via D’Amelio.
Una cosa bisogna pur dirla, due parole bisogna spenderle. Da giovane Giovanni e Paolo rappresentano per me un modello di vita, da seguire, ma non per quello che hanno fatto, oltre, andiamo oltre, per quello che rappresentano oggi, per i valori, per le loro idee di libertà, per la forza d’animo, per il coraggio, per la passione civica, ma anche per l’amore per la loro terra, per la giustizia. Sono valori di poco conto ? No, io li faccio miei, o almeno ci provo. Con chi prendersela ? Chi ha tentato di uccidere questi valori ? Chi ha screditato il loro operato ? Un pò tutti all’inizio, si un pò tutti. Anche Palermo, diciamolo. Ma prima di tutto, è stata, a mio parere, la peggiore classe di politicanti di tutti i tempi, la peggiore feccia di essere umani: quelli che sapevano e li hanno lasciati soli, si perchè erano soli. Quelli sapevano tutto, sapevano che si voleva distruggere la giustizia, la speranza di un popolo, del popolo italiano, attraverso il quale viene amministrata la giustizia nel nostro paese. Io dico, non facciamo gli stessi errori, non giudichiamo le persone solo leggendo quel giornale o ascoltando solo quella persona. Ma dobbiamo essere comunque contenti, soddisfatti, si perchè quando sono morti hanno lasciato un segno, da sostenere in modo da renderlo indelebile, il segno che la giustizia può vincere, la speranza non può morire !
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